Tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati. Una indicazione normativa che fa riferimento all’applicazione del Decreto legislativo del 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”.
L’ottenimento dell’autorizzazione allo scarico è regolato da provvedimenti nazionali e regionali. Attraverso il Piano di Tutela delle Acque (PTA), la Regione Veneto individua strumenti per la protezione e la conservazione della risorsa idrica, in applicazione del Decreto Legislativo sopra citato. Obiettivo della legge è salvaguardare e migliorare le condizioni ambientali e l’utilizzo razionale della risorsa idrica, disciplinando al contempo gli scarichi in funzione della loro natura e classificazione e definendo dove necessario dei limiti qualitativi di accettabilità.
Lo scarico in fognatura privo di autorizzazione, o con un’autorizzazione scaduta, viene considerato a tutti gli effetti “abusivo” e come tale perseguito. Il Decreto legislativo, rispettivamente agli articoli 133 e 137, prevede sanzioni amministrative e penali.
Per le richieste di nuovi allacciamenti (da non confondere con l’autorizzazione allo scarico) o richieste d’ispezione ad allacciamenti esistenti, puoi fare riferimento a quanto riportato nella sezione del sito dedicata ai “Privati”.
Il Piano regionale di tutela delle Acque introduce una precisa distinzione. Gli scarichi si dividono in scarichi di natura industriale (Art. 38) e scarichi assimilati al domestico (Art. 34 comma E1.17). Il piano indica ciò che è assimilato al domestico e consente lo scarico di reflui particolari. In autotutela il gestore del servizio idrico integrato, al fine di salvaguardare le reti e gli impianti, regola inoltre quelli che vengono considerati scarichi assimilati al domestico, ma di tipo speciale, come ad esempio caseifici e le piccole cantine vitivinicole e attività ortofrutticole.
Infine, l’Art. 39 tratta le acque meteoriche di dilavamento, acque di prima pioggia e acque di dilavamento.
A livello generale tutte le pratiche devono pervenire ad Acque Veronesi attraverso lo Sportello Unico Attività Produttiva (SUAP) del Comune di riferimento in cui ha insediamento l’azienda, fatta eccezione per i soggetti che da normativa vigente sono esentati.