Dalla seconda metà del XX secolo numerosi studi hanno evidenziato a livello mondiale episodi di contaminazione da ione arsenico delle falde acquifere. La comunità scientifica ha quindi avviato approfondite ricerche per valutare gli effetti dell'esposizione cronica su larga scala. Di conseguenza anche le Autorità regolatorie internazionali si sono impegnate a ridurre significativamente i limiti di concentrazione dell'arsenico nelle acque destinate al consumo umano, passando da 50 μg/l a 10 μg/l.
Obiettivo quello di garantire una maggiore tutela della salute pubblica.
Nel territorio gestito da Acque Veronesi, la contaminazione da inquinanti di origine naturale è maggiore nella Pianura, nell’area a Sud della provincia.
L'attuale piano di interventi ha l'obiettivo di individuare e pianificare le opere necessarie per mitigare l'impatto della contaminazione naturale nelle falde acquifere della provincia di Verona. Questo programma degli interventi rappresenta il terzo aggiornamento delle precedenti versioni:
Il Piano d'Ambito dell'ATO Veronese, approvato nel 2011, ha fornito un'analisi dettagliata sulle aree di prelievo della risorsa idrica e sulle necessarie interconnessioni infrastrutturali. Il piano ha inoltre posto l’accento sulla vulnerabilità elevata delle falde nell'alta pianura, dove l'assenza di coperture impermeabili favorisce la contaminazione delle acque sotterranee per effetto della percolazione degli inquinanti presenti in superficie.
In Veneto e nello specifico nel Veronese le analisi condotte sulle falde hanno rilevato la presenza di arsenico, ferro, manganese e ione ammonio.
In relazione alla contaminazione naturale nelle falde veronesi, il piano strategico di Acque Veronesi prevede:
L'approccio integrato di monitoraggio, intervento infrastrutturale e aggiornamento normativo risulta essenziale per garantire la sicurezza delle risorse idriche e la tutela della salute pubblica nella provincia di Verona.