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Una donna legge la sua bolletta

Servizio idrico, ecco cosa si paga in bolletta

Quando arriva a casa una bolletta spesso ci soffermiamo a valutare le voci presenti. Dietro a quel foglio di carta o a quella e-mail c’è però un mondo fatto di professionalità, tecnologie all’avanguardia, sistemi di distribuzione e molto altro ancora, che concorre a garantire l’alta qualità finale di quel bicchiere di acqua che beviamo. Già, perché in bolletta non si paga l’acqua come materia prima, ma si contribuisce al mantenimento di un servizio essenziale e democratico, di cui tutti i cittadini hanno diritto. 
Parliamo infatti di un bene prezioso per la vita di tutti gli esseri viventi e per i gestori idrici è un dovere quello di trattarlo con tutti i riguardi del caso. 
Ma quindi come viene stabilito il costo? 

 

Com'è strutturata la tariffa

L’assunto fondamentale è che in Italia la tariffa applicata agli utenti viene deliberata dall’Ente di gestione dell’Ambito Territoriale Ottimale (conosciuto con l’acronimo di ATO), costituito dai sindaci dei Comuni ricompresi nell’Ato, in base alle regole individuate dall’Autorità di vigilanza del settore (ARERA) e ai dati di bilancio e di gestione forniti dalla società che si occupa del servizio idrico. C’è inoltre un principio promulgato dall’Unione Europea che va rispettato: il “full recovery cost”, ovvero l'obbligo di recuperare con la tariffa quanto viene speso per la gestione. Vengono tenuti in considerazione i costi vivi, gli investimenti attuati e la qualità della risorsa idrica. Tutti questi elementi confluiscono in un calcolo che viene effettuato in modo scientifico, secondo modelli matematici che tengono conto di ognuno degli aspetti richiamati dalla normativa di settore e dai provvedimenti di ARERA. 
Ecco perché l’acqua ha tariffe differenti a seconda delle zone d’Italia.

Più nel dettaglio, in ogni bolletta viene prevista una quota fissa, indipendente rispetto al consumo e distinta per tipologia di servizio (acquedotto, fognatura e depurazione), a cui si aggiunge la quota variabile e proporzionale all’effettivo utilizzo, calcolata in euro per metri cubi, la quale nel caso dell’acquedotto viene modulata attraverso la configurazione di fasce di consumo progressive. Le quote variabili per i servizi di fognatura e depurazione sono invece proporzionali al consumo.

 

L'impegno di Acque Veronesi

Secondo il report dell’Istat, realizzato lo scorso anno in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, nel 2020 è stata pari a 14,68 euro la spesa media mensile a nucleo familiare per la fornitura di acqua in casa. Una persona, inoltre, è stato calcolato che spenda all’incirca 50 euro all’anno per 250 litri di acqua minerale. Valori che appaiono decisamente lontani da quelli delle altre città europee: il prezzo del metro cubo di acqua in Italia è infatti quasi tre volte più basso in media rispetto ad altri Stati. Un dato che può rappresentare un’arma a doppio taglio in quanto i cittadini, di fronte a un prezzo troppo basso, potrebbero essere spinti a non considerare quanto sia preziosa questa risorsa.

Contribuire a ridurre il divario tra reale e percepito è alla base anche di una migliore comprensione della tariffa. Acque Veronesi a questo proposito è impegnata a garantire il corretto equilibrio tra l’alta qualità del servizio offerto e un costo sostenibile per le famiglie. La società si pone come un gestore idrico proiettato al futuro, con un importante programma di investimenti sul territorio, che allo stesso tempo è impegnata a fare fronte all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, senza incidere direttamente sulla bolletta finale. 

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