Transizione ecologica e servizio idrico, un binomio vincente. Attraverso un’attenta pianificazione sul medio e lungo termine e la volontà di farsi trovare pronta per le sfide del futuro, Acque Veronesi sta investendo nell’economia circolare per trasformare i depuratori in veri e propri hub green dell’innovazione tecnologica. Gli articoli che abbiamo pubblicato in queste settimane sui fanghi da depurazione dimostrano che la società sta mettendo in atto una strategia ad ampio respiro, che punta a valorizzare quelle che in passato erano considerate materie da smaltire e un peso per la collettività.
Stando a un’indagine dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) nel 2020 il 53,5% dei fanghi prodotti a livello nazionale viene avviato a smaltimento, un livello molto elevato rispetto a quello destinata al recupero. Oggi l’evoluzione tecnologica ha cambiato le prospettive su una delle principali voci di costo del servizio di depurazione. Da criticità i fanghi possono così diventare una risorsa ed essere avviati a un ciclo virtuoso, con un modello di gestione orientato al recupero della materia.
In che modo? Con un cambio di paradigma culturale, prima ancora che industriale.
Lo smaltimento degli scarti della depurazione è una delle attività più onerose per i gestori del servizio idrico integrato, con effetti diretti sulla tariffa dell’acqua pagata dai cittadini. Un progetto di Acque Veronesi riguardante il depuratore di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, prevede la nuova linea di essiccazione per ridurre drasticamente la quantità di fanghi, grazie all'installazione di un sistema di essiccamento termico a valle dell'attuale centrifuga, con il miglioramento dell'efficienza dell'impianto e la riduzione allo stesso tempo dei costi. I residui del processo depurativo vengono infatti trattati sfruttando il calore generato dalla degradazione per via biologica della sostanza organica contenuta nei fanghi. Come abbiamo visto nel precedente articolo su questo tema, Acque Veronesi ha presentato quattro progetti nell’ambito del PNRR per installare una sezione di essiccamento anche in altri siti della provincia.
I fanghi possono essere soggetti a digestione anaerobica per ridurre la quantità da smaltire, generando allo stesso tempo biogas, e il composto che ne deriva può essere destinato alla produzione di fertilizzanti. In alcuni casi i fanghi non possono essere utilizzati in agricoltura per dei limiti qualitativi, ma questo non significa che non sia materiale da recuperare: dalle ceneri infatti si può recuperare fosforo, mentre in discarica sarebbe una risorsa persa. Le nuove tecnologie, inoltre, permettono poi di ricavare dal trattamento dei fanghi prodotti come ad esempio bioplastiche innovative, laterizi, carbone attivo, biocarbone e bio-fertilizzanti. Il recupero di energia può avvenire anche attraverso l’ossidazione termica, una soluzione utilizzata per scongiurare lo smaltimento in discarica quando non c’è la possibilità di ricavare nutrienti o materiali dai fanghi.
Abbiamo raccontato il presente e il futuro dei fanghi da depurazione. Acque Veronesi intende fare la propria parte in questo importante dibattito e farlo, ancora una volta, in anticipo sui tempi.