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Questa è un'immagine aerea di un impianto di trattamento delle acque reflue. Ci sono diverse vasche di sedimentazione circolari, che sono utilizzate per separare i solidi dall'acqua. Le vasche sono rivestite di un materiale impermeabile e hanno una pendenza verso il centro, dove si trova un canale di scarico. L'acqua reflua viene introdotta nella vasca e i solidi si depositano sul fondo. L'acqua pulita viene quindi scaricata dalla vasca.

Dalle acque reflue al biogas

Tra i settori più energivori, e per questo colpiti maggiormente dai rincari, c’è quello del servizio idrico integrato. Gli effetti dell’attuale situazione economica e geopolitica a livello mondiale pongono nuovi interrogativi, rendendo prioritario il dibattito attorno all’autonomia energetica e alla promozione delle fonti rinnovabili.
Acque Veronesi ha da tempo intrapreso la strada dell’autoproduzione di energia
La maggior parte dei rifiuti trattati in questo ambito riguarda infatti gli scarti delle attività di depurazione, soprattutto i fanghi, che per le loro caratteristiche possono diventare protagonisti della transizione verso l’economia circolare, con l’obiettivo di rendere il servizio idrico sempre più sostenibile.

Come trasformare, quindi, una potenziale criticità in una opportunità per gli enti gestori e di riflesso per il territorio e per i cittadini? 

 

La produzione di energia

Nell’articolo precedente sui fanghi abbiamo approfondito il loro utilizzo in agricoltura. Ma c’è un altro campo in cui questi composti di natura biologica possono essere recuperati e valorizzati, per scongiurare il loro smaltimento in discarica: quello dell’energia. Il settore idrico è ancora largamente energivoro, a causa delle numerose attività che vengono svolte prima di arrivare alla depurazione e ai trattamenti necessari a restituire all’ambiente una risorsa di qualità. 

Oggi si stanno facendo notevoli passi in avanti in termini di innovazione tecnologica, per garantire un adeguato utilizzo e recupero delle acque reflue durante le fasi di trattamento. L’obiettivo è quello di convertire gli impianti di depurazione in infrastrutture autosufficienti, in grado di generare benefici energetici alle comunità, con tecnologie sostenibili sotto il punto di vista economico, ambientale e sociale. L’energia può essere ricavata da opportuni processi di lavorazione dei fanghi da depurazione, tramite la digestione anaerobica per la produzione di biogas o con i trattamenti come l’ossidazione termica

 

“Città di Verona” modello virtuoso

Attraverso la depurazione ogni anno Acque Veronesi restituisce all’ambiente 68 miliardi di litri d’acqua derivante dai reflui con buoni standard qualitativi, di cui 28 miliardi di litri solo dal depuratore “Città di Verona”. I fanghi prodotti, prima della disidratazione, sono sottoposti a digestione anaerobica che ha l’effetto di ridurre la quantità del composto solido da smaltire, generando allo stesso tempo biogas che viene utilizzato per originare l’energia termica ed elettrica necessaria al funzionamento dello stesso impianto.  
Nel 2021 sono stati prodotti oltre 5,6 milioni di kWh elettrici, che rappresentano il 63,5% del consumo totale dell’impianto, con un risparmio di oltre di un milione di euro rispetto a quello che si sarebbe speso acquistando la stessa quantità di energia dalla rete.

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